A distanza di sette ore dal post di stamattina su Facebook in cui (non) ho detto cosa penso del caso Will Smith, due spiegazioni:
la prima riguarda il post in sé, in cui volutamente non ho espresso alcun pensiero, in parte dando per buono che conoscendomi una parte di voi potesse intuire la mia visione, in parte perché mi interessava leggere i vostri commenti senza condizionarvi.
E per fortuna - come avviene in questi casi - il focus non è stato tanto "cosa penserà Don Alemanno" (che anche sticazzi) bensì "cosa penso io". Di questo sono molto felice.
In merito invece alla mia scontatissima visione della cosa, dal momento in cui - ed era prevedibile - alcuni hanno totalmente cannato la risposta, probabilmente sperando più che intuendo quale fosse la mia posizione, eccola qua:
(attenti perché è lunga e complessa da leggere)
Le cazzo di mani si tengono a posto.
Alle parole si risponde con le parole.
Non me ne frega nulla se è satira o non è satira, sono comunque parole.
La violenza, di qualunque grado sia, va usata solo per difendere la propria incolumità o quella dei propri cari. INCOLUMITÀ, non puttanate tipo l'onore.
No, io non l'ho mai fatto. Non ho nemmeno dato uno sculaccione a mia figlia.
Un'offesa verbale può essere brutta a seconda dei livelli di sensibilità, ma non è un pugno, non è uno schiaffo.
Non faccio una vignetta in merito perché l'unico pensiero che mi viene è "giungla" o "caverna", e come potete ben immaginare la coglionaggine generale del popolo della Rete non consente di decifrare in modo corretto una vignetta in cui un uomo nero viene disegnato con la clava. Della giungla, nemmeno ne parliamo.
A dire il vero la coglionaggine generale del popolo della Rete non consente nemmeno di decifrare in modo corretto la frase precedente.
E con questo ho finito. Era tutto discretamente intuibile.
Ora basta, UNITEVI ALL'APOSTOLATO (menù in alto a destra --> abbonati), ché domani arrivano le nuove tavole della saga di Jenus "Puttinate".
Don
