Per tutti gli Apostoli (e per chi vorrà diventarlo ora) ho il piacere di segnalare che nella sezione PODCAST del sito è presente il terzo episodio. E tra otto giorni ne arriverà un altro che non resisterebbe per più di un minuto online prima di venire bannato, quindi se ancora non fate parte dell'apostolato decidetevi prima che il mondo finisca.
Di che si parla in questo episodio? Presto detto...
Quando la scorsa settimana in un articolo di questo blog ho parlato della questione "sardi Vs Paperissima Sprint" ho capito fin da subito che non avrei potuto trattare la questione nella sua completezza, tutto d'un botto. Troppa carne al fuoco, troppe cose da dire e soprattutto la percezione che - sebbene interessante per me e per molti altri - il tema potesse risultare un po' pesante, tanto sembrare una paternale nei confronti dei miei corregionali. Non era così, non lo è tutt'ora e non lo sarà mai.
Pare persino bizzarro doverlo dire, ma tutto ciò che scrivo in queste pagine così come tutto ciò che traspongo in vignetta altro non è che l'elaborazione della realtà data dalla mia mente. Quella che comunemente verrebbe definita "la MIA opinione".
Che mi si venga ad accusare di "voler insegnare agli altri come si vive" è sintomo di mancanza di percezione di cosa sia un blog, cosa sia un editoriale e in particolar modo di come ci si debba rapportare alle opinioni altrui. Probabilmente alcuni si sentirebbero meglio se a ogni frase io scrivessi "secondo me", ma questi dovranno farsene una ragione e attivare autonomamente un filtro contestualizzante, così da sapere a priori che quando leggono ciò che scrivo - a meno che non sia specificato diversamente e a meno che non si tratti di dati riportati - è sempre la MIA stracazzo di opinione.
Sulla base, va da sé, delle mie esperienze di vita, dell'educazione che ho ricevuto, e anche dal confronto con i vostri feedback (più di quanto immaginiate).
Tornando all'articolo "sardi Vs Paperissima", alcuni miei corregionali si sono risentiti per ciò che ho scritto ma pazienza, fa parte del "gioco". Non ho la pretesa di far cambiare idea al prossimo costi quel che costi, pure perché una parte di quell'atteggiamento campanilista che ho aspramente criticato nell'articolo ha fatto parte anche di me, in passato. Molto, in passato, e senza mai arrivare a certi livelli imbarazzanti, ma è probabilmente una fase che più o meno tutti abbiamo attraversato. Ciò che conta è capire come liberarsene.
In questa puntata del podcast ho voluto integrare l'argomento raccontando un aneddoto assurdo che risale ai primi anni in cui vivevo a Milano, che mi vide discriminato non semplicemente in quanto sardo, ma...
Va beh, andatevelo ad ascoltare: CONFESSIONALE PODCAST

Particolarmente utile nella battaglia interiore contro il campanilismo c'è un'arma sottovalutata: l'autoironia. Se ci pensate, molte cose che iniziano con "auto" sono cose belle. L'autoerotismo, ad esempio. E poi altre cose che adesso non mi vengono in mente. A proposito di autoironia, quando scrissi NaziVeganHeidi decisi che il personaggio di Peter dovesse essere sì un pastorello, come descritto nell'opera originale e trasposto nell'anime, ma figlio di sardi emigrati in Svizzera.
Sopra: Peter si incula una pecora.
Don Alemanno